L'Idroinquisitore Giuseppe Altamore

Sicilia: dighe vuote, nonostante la pioggia

La Sicilia affronta una crisi idrica cronica, frutto di una combinazione letale: siccità, infrastrutture obsolete e una gestione inefficiente delle risorse. Le 12 principali dighe siciliane destinate all’uso potabile hanno una capacità complessiva di circa 429 milioni di metri cubi. Tuttavia, attualmente contengono solo 116 milioni di metri cubi, pari a meno del 27% del totale disponibile.

Dighe o pozze d’acqua?:

Questi dati evidenziano un calo significativo rispetto agli anni precedenti, aggravando la crisi idrica nell’isola.

Opere incompiute e collaudi eterni

La situazione è ulteriormente complicata da infrastrutture mai completate o non operative. La diga di Pietrarossa, ad esempio, è ferma da decenni a causa di problemi strutturali e controversie legali. Altre dighe, come Blufi, Piano del Campo, Pietrarossa, Laura e Cannamasca, sono in costruzione da oltre 20 anni senza essere completate.  Inoltre, molte dighe esistenti non sono state collaudate o sono in esercizio limitato, riducendo ulteriormente la capacità di stoccaggio e distribuzione dell’acqua.

Sprechi e inefficienze

Oltre alla scarsità d’acqua, la Sicilia deve affrontare gravi problemi di spreco. Secondo uno studio, quasi il 13,8% del volume d’acqua presente nelle dighe italiane, pari a 1,8 miliardi di metri cubi, non viene sfruttato, con la Sicilia che rappresenta il 29% di questa quota.

Le cause includono:

La crisi idrica in Sicilia è il risultato di una combinazione di fattori naturali e umani. Mentre la siccità è un fenomeno in parte imprevedibile, le inefficienze nella gestione delle risorse idriche sono problemi strutturali che richiedono interventi urgenti e mirati.

È fondamentale investire in infrastrutture moderne, completare le opere incompiute, aggiornare le reti di distribuzione e implementare una gestione sostenibile delle risorse idriche per garantire un futuro più sicuro e prospero per l’isola.


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