La Sicilia affronta una crisi idrica cronica, frutto di una combinazione letale: siccità, infrastrutture obsolete e una gestione inefficiente delle risorse. Le 12 principali dighe siciliane destinate all’uso potabile hanno una capacità complessiva di circa 429 milioni di metri cubi. Tuttavia, attualmente contengono solo 116 milioni di metri cubi, pari a meno del 27% del totale disponibile.
Dighe o pozze d’acqua?:
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Diga Poma: attualmente contiene 29,16 milioni di metri cubi, poco più del 28% della sua capacità, rispetto ai 55,40 milioni di due anni fa.
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Diga Rosamarina: scende a 22,76 milioni su una potenzialità totale del bacino di 100 milioni, che era pieno per metà nel 2023.
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Diga Fanaco: registra solo 5,31 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 13,18 del 2023.
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Diga Castello: contiene appena 9,62 milioni circa disponibili contro i 19,57 di due anni fa.
Questi dati evidenziano un calo significativo rispetto agli anni precedenti, aggravando la crisi idrica nell’isola.
Opere incompiute e collaudi eterni
La situazione è ulteriormente complicata da infrastrutture mai completate o non operative. La diga di Pietrarossa, ad esempio, è ferma da decenni a causa di problemi strutturali e controversie legali. Altre dighe, come Blufi, Piano del Campo, Pietrarossa, Laura e Cannamasca, sono in costruzione da oltre 20 anni senza essere completate. Inoltre, molte dighe esistenti non sono state collaudate o sono in esercizio limitato, riducendo ulteriormente la capacità di stoccaggio e distribuzione dell’acqua.
Sprechi e inefficienze
Oltre alla scarsità d’acqua, la Sicilia deve affrontare gravi problemi di spreco. Secondo uno studio, quasi il 13,8% del volume d’acqua presente nelle dighe italiane, pari a 1,8 miliardi di metri cubi, non viene sfruttato, con la Sicilia che rappresenta il 29% di questa quota.
Le cause includono:
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Interramento: molte dighe non sono state sottoposte a batimetrie aggiornate, rendendo le stime di disponibilità teoriche e potenzialmente sovrastimate.
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Reti idriche obsolete: le perdite nelle reti di distribuzione sono significative, con una dispersione che in alcune aree raggiunge il 50%.
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Gestione inefficiente: la mancanza di manutenzione e di una gestione oculata delle risorse idriche contribuisce alla crisi attuale.
La crisi idrica in Sicilia è il risultato di una combinazione di fattori naturali e umani. Mentre la siccità è un fenomeno in parte imprevedibile, le inefficienze nella gestione delle risorse idriche sono problemi strutturali che richiedono interventi urgenti e mirati.
È fondamentale investire in infrastrutture moderne, completare le opere incompiute, aggiornare le reti di distribuzione e implementare una gestione sostenibile delle risorse idriche per garantire un futuro più sicuro e prospero per l’isola.