Oggi, 22 marzo, si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World water day), istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e prevista all’interno dei programmi dell’Agenda 21, risultato della storica Conferenza di Rio. Il tema di quest’anno è il legame tra acqua e cambiamenti climatici. Un’occasione per riflettere insieme alle istituzioni sulle cause e sulle soluzioni delle crisi idrica che potrebbe assumere dimensioni drammatiche in varie aree del pianeta.
Senza andare troppo lontano, possiamo osservare la grave siccità che sta colpendo tutto il Nord Italia, dove non piove da oltre 100 giorni, con i grandi fiumi in secca, dove le portate sono ormai al minimo e il livello idrometrico è sotto di oltre tre metri al ponte della Becca, la confluenza tra Po e Ticino. Già si parla di pesanti ripercussioni sull’agricoltura e perfino si corre il rischio del blocco delle centrali idroelettriche per mancanza d’acqua. Un macigno che pesa sull’emergenza energetica causata dalla guerra e dal mercato.
Siamo di fronte, in piccolo, a un disastro annunciato: il clima non è più stabile a causa delle alterazioni generate dalle attività umane. Se non invertiamo la tendenza autodistruttiva che abbiamo innescato, ci ritroveremo in un deserto, perfino nella fertile Pianura Padana.