Giuseppe Altamore

I maestri d’acqua

 

Per trovare le tracce dei primi acquedotti ci dobbiamo spingere nel vicino Oriente, culla delle prime civiltà umane. A quanto sembra è nell’antica Fenicia (l’attuale Libano) che possiamo ritrovare le prove del primo acquedotto costruito per alimentare i porti sul Mediterraneo. Le fresche e abbondanti acque delle sorgenti di Ras el Aïn, nel Sud  del Libano furono captate prima della fine del secondo millennio avanti Cristo. Ardite canalizzazioni conducevano l’acqua nella pianura litoranea, una  regione molto fertile e popolata sin dal Neolitico (8000 avanti Cristo). Verso il 1200, Tiro, principale porto fenicio, era ancora rifornita dalle cisterne alimentate dalla pioggia.

Un sistema che non era né sicuro né sufficiente, soprattutto in relazione a una città che cresceva e vedeva aumentare i suoi abitanti. L’esistenza di un acquedotto intorno all’832 avanti Cristo è dimostrata dalla storia. Salmanasar III, re dell’Assiria, per conquistare Tiro pare che abbia tagliato l’acquedotto. Così pure nel 596,  Nabuccodonosor non esitò a utilizzare lo stesso metodo. Alessandro Magno nel 333 addirittura riempì di terra le condotte per costringere gli abitanti alla resa.

Questo primo acquedotto, secondo la tradizione biblica, pare sia stato realizzato addirittura dal re Salomone. È per questa ragione che le sorgenti di Ras el Aïn sono anche chiamate vasche di Salomone. Il re semita è noto tra l’altro per aver fatto costruire acquedotti  nel Sud della Palestina a partire dalle sorgenti Aïn Aroubet e Aïn Mogaretà che rifornivano Bethlem e Gerusalemme. L’acquedotto, uno dei primi ad archi, è stato poi ricostruito nel quinto secolo a C.

I fenici hanno realizzato un sistema di captazione originale che prevedeva la risalita del livello della fonte di 16 metri. Lo testimoniano gli antichi manufatti ritrovati nel 1986, a seguito di una riparazione dell’antico sistema di captazione della fonte.

Greci e Romani hanno ripreso, migliorato e perfezionato le strutture realizzate dai Fenici, anche se la stragrande maggioranza dei grandi acquedotti antichi giunti fino ai nostri giorni è stata poi costruita o ricostruita dai Romani.

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